Un tempio che rappresenta un Eden dantesco

Un tempio che rappresenta un Eden dantesco
Nella Divina Commedia, il paradiso terrestre (il giardino dell’Eden) si trovava in cima al monte Purgatorio. Allo stesso modo, scavato nella roccia e avvolto da una fitta vegetazione, nella parte più alta del Giardino di Casa Cuseni, elementi architettonici e geometrie prospettiche rimandano alle cantiche XXVII e XVIII del Purgatorio dantesco, letto a Casa Cuseni in chiave spirituale, nell’ambito di un percorso di purificazione e metamorfosi.
Prima di accedervi si deve superare un sigillo, realizzato da Giacomo Balla, che rappresenta il libero arbitrio di Rudolf Steiner, l’umana lotta tra il desiderio di conoscenza e di elevazione, (un triangolo perfetto orientato verso l’alto) e le passioni umani (un triangolo imperfetto, come imperfette sono le passioni umane che ti portano sempre verso il basso). Qui dovrete decidere il vostro percorso, verso la conoscenza o rimanere “bruti” e seguire le umane passione.

Il nostro viaggio ideale '' tra virtute e canoscenza” , per parafrasare Dante Alighieri, continua con le due fontane qui presenti e che ricordano i due fiumi descritti nel canto XXVIII del purgatorio; il Lete che ha la funzione di cancellare la memoria dei peccati commessi e l’Eunoé che, risvegliando la coscienza « d'ogne ben fatto », rafforza la memoria del bene compiuto.
L’immersione prima nell’una e poi nell’altra vasca consentiva di portare a conclusione il processo di purificazione, giungendo alla perfezione che abilita alla beatitudine celeste, alla conoscenza e che Giacomo Balla interpreta con una raffinata architettura simbolica dal titolo La metamorfosi - La crisalide diventa farfalla.
Sopra questo tempio, un trono con le sette colonne della conoscenza, posto più in alto perché solo la conoscenza può elevarci e solo la conoscenza ci permette di vedere, prospetticamente, in modo diverso.
Comments