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Ritratto di Robert Kitson

Charles Baskerville | olio su tela 1932

ROBERT HAWTHORN KITSON

Nacque a Leeds, (Yorkshire), Gran Bretagna, nel 1873 da una importante famiglia di industriali. Educato nei migliori college inglesi, laureatosi in scienze della terra a Cambridge, iniziò un percorso formativo artistico che lo mise in relazione con i maggiori artisti inglesi, esperienza fondamentale per le sue scelte di vita future. Fu proprio a Leeds che, giovanissimo, conobbe Frank Brangwyn, disegnatore, architetto, decoratore, uno dei massimi esponenti mondiali dell’Arts and Crafts Movement, movimento stilistico filosofico-politico nato in Inghilterra con William Morris. Vivere in Inghilterra, nell’amata Inghilterra, diventò ancora più difficile a seguito della vicenda giudiziaria di Oscar Wilde, imprigionato il 13 novembre del 1895, per oltre due anni, perché il suo stile di vita era contrario alla morale dell’epoca. Nel 1897 Robert Kitson fece il suo primo viaggio nella Sicilia Orientale, con i suoi genitori, a Taormina incontrò Oscar Wilde, da poco liberato dal carcere di Reading. Un incontro importante, che segnò per sempre la vita del giovane Robert Kitson. Nel 1899 muore John Kitson, il padre di Robert, che divenne responsabile dell’azienda di famiglia.

La notorietà della famiglia Kitson, la responsabilità di un’azienda tanto importante, la grande passione per l’arte furono elementi di pregiudizio per il giovane Robert che ai ferrosi locomotori della sua famiglia preferiva pennelli e terre colorate. Non sappiamo se è stata l’arcadia di Von Gloeden ad attirare il giovane Robert Kitson o se invece sono stati i colori della Sicilia, il bianco accecante dell’Etna innevata, l’azzurro senza compromessi del cielo e del mare, i mille fiori dei giardini mediterranei, a convincerlo che la Sicilia, come poi è avvenuto di fatto, poteva divenire la sua seconda terra. Sappiamo che nel 1897 Robert Hawthorn Kitson iniziò la pianificazione della vendita della più importante azienda britannica di progettazione e costruzione di locomotive e nel 1900 ritornò a Taormina immensamente ricco, iniziando subito la costruzione di Casa Cuseni. Dopo pochi anni aveva consolidato un modello di vita felice, trascorrendo i mesi autunnali e primaverili a Taormina, poi l’estate nel Nord Europa e Nord Italia, dove frequentava le maggiori Gallerie d’Arte e Società artistiche del momento; nei mesi autunnali si spingeva in Africa o in India documentando con straordinari acquarelli un mondo forse perduto per sempre.

Fu eletto alla Royal Society of British Artists nel 1921, divennedo full member nel 1925, anno della sua personale alla Fine Art Society. È conosciuto per essere stato patron and pupil di Sir Frank Brangwyn. Morirà a Taormina nel 1947. La Kitson factory, sede a Hunslet, Leeds, nel West Yorkshire, in Inghilterra, fu fondata da James Kitson, il nonno di Robert. L’azienda progettava e costruiva locomotive a vapore, limitandosi all’inizio alla realizzazione di parti staccate per conto di altri fabbricanti; nel 1838 fu possibile intraprendere la costruzione di locomotive complete per conto della Liverpool and Manchester Railway. Nel 1840 furono fornite le prime locomotive alla North Midland Railway e con l’arrivo di nuovi capitali societari la produzione si ampliò, producendo un gran numero di locomotive per ferrovie nazionali ed estere; per la Leeds and Thirsk Railway, che rimase lo standard delle locomotive merci in Gran Bretagna per molti decenni ancora, per la ferrovia Orléans-Bordeaux e per la ferrovia Kiel-Altona. Nel 1848 seguirono forniture per l’India, l’Australia, il Sud Africa, il Sud America ed altri paesi e nel 1869 una serie di locomotive fu prodotta per la Russia, e nel 1884 iniziò la produzione per le australiane Victorian Railways. Le industrie Kitson produssero, tra 1889 e 1891, un notevole quantitativo di locomotive per la ferrovia di Cordoba, in Argentina, e dal 1876 al 1901 vennero progettate e realizzate le locomotive per la Anglo-Chilian Nitrate & Railway Company del Cile, per la Rodesia e per la Giamaica, per la ferrovia della Palestina tra Lydda e Gerusalemme, per la London and North Eastern Railway. Quando la società cessò la produzione di locomotive, il settore progettazione fu acquistato dalla Robert Stephenson and Hawthorns. Dopo un graduale ma continuo declino, nel 1945, il resto dell’azienda fu venduto alla J & H McLaren & Co.

Robert Hawthorn Kitson è stato un uomo straordinariamente ricco, proprietario di una delle maggiori e più floride aziende dell’Impero Britannico che non esitò però di seguire il suo genio artistico e vivere la sua vita, in serenità, in questo magico luogo. Nel 1947, alla sua morte, l’intera proprietà venne ereditata da Daphne Margaret Phelps, la nipote, che pianificò la vendita dell’intera proprietà e di tutte le collezioni, non rendendosi conto all’inizio, di quanto straordinario ed eterogeneo fosse il fondo artistico conservato a Casa Cuseni. Ma le leggi di austerity post-bellica non permettevano l’esportazioni di capitali all’estero, nemmeno di piccole somme e Daphne Phelps si trovò nella difficile situazione di mantenere e gestire una delle proprietà immobiliari più grandi ed importanti di Taormina senza la possibilità di attingere ai conti bancari inglesi. In aiuto una legge britannica che permetteva agli artisti di viaggiare ed esportare modeste somme di denaro e la conseguenziale, fortunata, trasformazione di Casa Cuseni in uno dei primi hotel per artisti in Europa. Una presenza qualificata di artisti che cominciò ad espertizzare le opere del fondo pittorico qui conservato; la notizia si diffuse velocemente in tutto il mondo, e si registrarono importanti presenze di galleristi e direttori di grandi musei che compresero per primi l’enorme valore delle collezioni di Casa Cuseni. La proprietaria avrebbe avuto la possibilità di vendere ad enorme prezzo le collezioni o decidere di preservarle e creare un luogo magico, senza tempo. Nel 1952 un grande colpo di fortuna per Casa Cuseni, giunse il critico d’arte più importante d’America, Alfred Barr Junior, The Museum Man, un uomo speciale che aveva il talento di vedere i Musei dove finora non c’erano. Ha inventato la prima Galleria d’Arte Moderna al mondo, il famoso MoMA ( Museum of Modern Art) di New York, amico personale di Bernard Berenson e Pablo Picasso, ed è stato lui a suggerire a Daphne Phelps, seconda proprietaria di Casa Cuseni, di impegnarsi affinchè le collezioni della nostra Casa non venissero disperse e di adoperarsi affinchè Casa Cuseni divenisse un Museo delle Belle Arti. L’arrivo di altri artisti internazionali, Mary Fedden, Presidente della Royal West of England Accademy e Julian Trevelyan, pittore e poeta, fondatore della corrente surrealista inglese, che aveva già lavorato a Parigi, all’Atelier 17, con Max Ernst, Oskar Kokoschka, Joan Miró e Pablo Picasso. Casa Cuseni ridiventava pertanto nuovamente avante-garde, stavolta surrealista ed espressionista, ma anche un luogo amato dagli scrittori, da Tennessee Williams a Bertrand Russell, da Rohal Dahl a Denis Mac Smith, da Roger Peyrefitte a Andre’ Gide e tanti altri, che qui trovarono il luogo ideale per lavorare. Nel 1998, dopo un secolo dalla sua edificazione, per l’altissimo valore storico ed artistico, Casa Cuseni è stata dichiarata Monumento Nazionale Italiano. Nel 2015 Daphne Margaret Phelps muore ma il suo progetto non finirà: la casa nel 2015 è diventata ufficialmente il Museo della Città di Taormina, con il nome di Casa Cuseni, Museo delle Belle Arti e del Grand Tour e nel 2016 il suo importante Giardino Storico è entrato a diritto a far parte dei Grandi Giardini Italiani. La Casa di Robert H. Kitson e di sua nipote Daphne Phelps, fanno oggi parte del prestigioso circuito Europeo delle Case della memoria, divenendo Museo Internazionale. Tutte le collezioni sono state integralmente salvate, la casa ed il giardino storico sono stati quasi completamente restaurati.

ROBERT H. KITSON "DON ROBERTO"

Robert Kitson amava l’acqua e così l’arte che è più legata all’acqua: l’acquerello; ne ha dipinti molti, la sua Taormina prima fra tutte, che tanto ha amato, ma anche Venezia, Roma, Madrid, Barcellona, Casablanca, Tunisi, Il Cairo e tante altre. Spesso in viaggio veniva accompagnato da altri pittori famosi, a Roma, Venezia, Barcellona, Montreuil, Avignon, Mentone, e Napoli con Sir Frank Brangwyn, a Roma ed in Sicilia ed Istambul con Sir Cecil Hunt e Sir Alfred East, per ricordarne solo alcuni. Di lui, Giovanna Giordano scrisse: “ogni giorno dipingeva, inumidendo la carta con una leggero tocco di spugna, poi, con mano educata, velocemente, stendeva i colori, prima il bianco, per inondare la carta di luce, poi i colori chiari e alla fine quelli più scuri: terre, ocre, cobalti, cadmi e oltremare. Si sa, ogni colore nell’acquarello è inesorabile, non può essere cancellato, neppure coperto, nessuna inesattezza è permessa, perché una cancellatura distrugge per sempre la composizione. Robert Kitson era veloce, intuiva la grazia dell’inquadratura e la trasferiva sul foglio, già preparato; uno scorcio, uno sguardo, un momento, una scena, diventava storia, poesia. Sulla carta si intravedono le tracce delle matite di piombo o di carbone, poi, in sequenza, acqua, bianco e colore, e più intensa e la luce più il foglio diventa bianco…”, accecante, e più scendeva a sud più l’acquarello diventava bianco, accecante, come la sua Etna quando è ricolma di neve. Dalla sua Casa guardava il panorama, spesso sino a tardi, un paesaggio sempre mutevole, sempre cangiante; ne fissava le tonalità e poi, stendeva con rapidità i colori sul cartoncino, scriveva la poesia di un luogo e lo consegnava alla storia.

Francesco Spadaro, liberamente tratto dal Catalogo di Giovanna Giordano, per la Mostra di Robert Kitson “con un sol colpo di pennello”. Taormina, anno 2000.

Se aveste chiesto a Robert Kitson la ragione del suo “ viaggio in Sicilia”, egli vi avrebbe risposto:

“se viaggi in Sicilia non conoscerai un paesaggio ma innumerevoli paesaggi, non solo un mare, ma un susseguirsi di mari, non una civiltà, ma una serie di civiltà. Troverai i segni della potente Roma a Catania, della democratica Atene a Siracusa, Bisanzio a Palermo, Madrid a Messina, e Londra a Marsala, tutte differenti e multiforme civiltà, accatastate le une sulle altre in una sola. Viaggiare in Sicilia equivale a sprofondare nell’abisso dei secoli, fino alle costruzioni megalitiche di Taormina, Segesta, Selinunte e di Agrigento, incontrerai realtà antichissime, ancora vive, ritroverai, nella barca del pescatore, il mito di Ulisse. Viaggiare in Sicilia significa immergersi nell’arcaismo dei mondi insulari e nello stesso tempo stupire di fronte all’estrema giovinezza di città molto antiche”.

L’acquerello è per Kitson, come un’istantanea: quello che guarda e che lo incanta, per classicità, armonia, equilibrio di pieni e di vuoti, barbaglio di luce e tutto quello che si immagina gli possa piacere, diventa un’opera liquida su carta. Lo sguardo di Robert Kitson invece è composto, guarda l’ora e il qui, solo qualche volta incantato ma sempre austero, nella sua anglosassone meraviglia. Robert Hawthorn Kitson, da quello che si legge e ancora si ascolta di lui, è un uomo fortunato: libero, vive dove e come vuole. Non ha nessuno voglia di costruire potenti locomotori per la suo famiglia, nell’umida Inghilterra, vuole dipingere e vivere al caldo, superare anche la sua febbre reumatica, guarire, essere felice. Kitson viaggia anche molto e, più va a sud, più rimane accecato dalla luce così che, nelle visioni egiziane, marocchine e mediorientali, il foglio è quasi del tutto bianco.

La tecnica

Quando sceglie un’inquadratura, la sceglie ‘classicamente’: cerca sempre un elemento verticale intorno al quale fare ruotare la composizione. C’è sempre una ‘colonna’ nelle sue opere: un campanile, un cipresso, un’arco, un ponte, o un pilastro, un minareto, un’abside od una montagna e poi, partendo da questo punto focale, dipingeva velocemente le forme orizzontali ed i dettagli. Grandissimi i suoi maestri, il primo tra tutti , Sir Alfred East, poi Sir Frank Brangwyn, ed ancora Sir Cecil Arthur Hunt. Un allievo straordinario, incoraggiato nella sua inclinazione dai più rappresentativi artisti delle Reali Società Artistiche inglesi. Robert H. Kitson, nella sua pittura preferì sempre le narrazioni minime: i monelli che giocano in strada, gli attori a teatro, i passanti sulla strada principale, le nuvole tranquille, i pupi siciliani nel momento del riposo, i venditori ambulanti di Casablanca. Solo qualche volta cerca di raccontare un momento forte ma, quando succede, usa il pennello con compostezza. La presa di Trieste vissuta dai taorminesi, il terremoto di Messina, il bombardamento del S. Domenico, sono dipinti quando i fatti sono già avvenuti, non nel momento dell’azione. Robert Kitson, Don Roberto per i taorminesi, decide di fare riposare gli eventi, perché vede o – vuole vedere – la vita dal suo imperturbabile punto di vista. Anche la sua casa è così: cambiano le stagioni, arrivano i venti, l’Etna è in eruzione ma Casa Cuseni, solidissima, costruita con muri in pietra e marmi di Carrara, un insieme di cubi e doppi cubi, guarda il mondo senza turbamento.

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